Angel Di Maria e la stella statunitense Weston McKinnie sono tra i 12 giocatori coinvolti in uno scandalo di scommesse illegali.
Secondo quanto riportato da La Repubblica (tramite talkSPORT), Weston McKennie della Juventus e Angel Di Maria del Benfica sarebbero indagati dalle autorità italiane per presunto coinvolgimento nel gioco d'azzardo illegale online.
Junior Firpo, terzino sinistro del Leeds United, è uno dei nomi più importanti sotto inchiesta, insieme a Di Maria e McKinnie.
Si dice che Di Maria, nazionale argentino, e McKinnie, centrocampista della Juventus e degli Stati Uniti, abbiano utilizzato piattaforme senza licenza per piazzare scommesse, anche se, cosa fondamentale, non c'è alcuna accusa di aver scommesso su partite di calcio.
Non sono soli però. Del gruppo fanno parte anche Alessandro Florenzi, Nicolo Zaniolo, Mattia Perin, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri e Junior Firpo.
Si presume che tutti abbiano trasferito ingenti somme di denaro a due individui che gestivano siti web di scommesse illegali, utilizzando come copertura per le transazioni finanziarie una gioielleria.
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Secondo il Corriere della Sera, ci sono anche accuse di partecipazione a partite di poker online illegali.
Si dice che le partite si siano svolte tra dicembre 2021 e ottobre 2023 su piattaforme di scommesse ad accesso limitato.
Si ritiene che i giochi clandestini fossero orchestrati da un'organizzazione composta da cinque persone con sede a Milano, tre delle quali si ritiene gestiscano attività di gioielleria di lusso.
Gli inquirenti sostengono che questi negozi venivano utilizzati come facciata per facilitare i pagamenti: gli scommettitori piazzavano ordini fittizi di articoli di lusso che in realtà non venivano mai consegnati.
Secondo gli inquirenti, le gioiellerie agivano di fatto come istituti finanziari non ufficiali, aggirando le normative stabilite dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Secondo quanto riportato dai media italiani, la procura ha chiesto gli arresti domiciliari per coloro che si ritiene siano i responsabili dell'operazione, con possibili accuse di riciclaggio di denaro sul tavolo.